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Vincent Bengold
© Vincent Bengold

Dei viticoltori impegnati

Questi viticoltori hanno la passione dei vigneti, il terroir nel sangue e la voglia di preservarlo per le future generazione con delle pratiche vini-viticole responsabili e durature. Ritratti di queste donne e uomini impegnati nei vitigni del domani.

Florence e Jacques Borel, fanno il vino che amano

Da quando Florence e Jacques Borel hanno ripreso la tenuta di Chelivette, nel 2014,  hanno immediatamente instaurato una agricoltura biologica. « Non potevamo immaginarci nella viticoltura che in questo modo, è uno stato d’animo » riassume Florence Borel. Sui 30 ettari, solo 12 sono occupati da vigne. . « Nel  terreno restante ci sono alberi o dei cereali che servono da concime naturale. Presto ci sarà un orto, degli animali. Volevamo creare un insieme vivo e il più autosufficiente possibile » aggiunge quest’ultima. Dal 2019, la tenuta è certificata come biodinamica. Nella cantina, la coppia utilizza sette vitigni – invecchiati in tini, botti o anfore di terracotta -per creare degli assemblaggi audaci. Fuori dalle regole, Florence si è allontanata dal formato della bottiglia bordolese. Dall’uva alla bottiglia, la loro filosofia si incarna, «facciamo il vino che ci piace bere. »

Florence et Jacques Borel
Florence et Jacques Borel

Matthieu Bordes, un appassionato della natura

« Mi piace questa vicinanza con la natura » riassume Matthieu Bordes, il direttore generale del Château Lagrange dove lavora da quattordici anni. « Dal 1995, il Castello era un sito pilota de l'INRA  ( Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica) per testare le capsule di confusione sessuale  » specifica quest’ultimo. Da allora il Castello in agricoltura ragionata (e 30 ettari in bio e biodinamica) ha consacrato anche 39 ettari di prateria, alveari o nicchie ecologiche.  « Teniamo anche dei montoni con il Castello vicino. Questo pascolo ecologico evita lo sprofondamento del suolo, l’inquinamento acustico e l’inquinamento dell’aria » aggiunge questo laureato in enologia e ingegnere agronomo. Dal 2007, la tenuta è stata la prima a praticare la co-inoculazione :  «Approfittiamo del calore che produce la fermentazione alcolica per praticare la fermentazione malolattica. Questo evita di riscaldare la cantina a  20°. Economizziamo l’ 8% della consumazione annuale di elettricità ».

Matthieu Bordes crédit Deepix
Matthieu Bordes crédit Deepix

Valérie Godelu mette un senso nella sua vigna

Laureata in gestione e diritto, riente poteva far presupporre che Valérie Godelu diventasse una viticultrice.  « Ho ripreso i miei studi al Liceo Viticolo di Beaune». Alla nascita della terza figlia, crea la tenuta delle Trois Petiotes (le Tre Bambine. «Ho comprato 3 ettari di vigna nel Côtes di Bourg. 3 terreni di 3 diversi vitigni ».  Intrattiene  il piccolo vitigno in agricoltura biologica,  « un’evidenza, sono questi vini che mi danno delle emozioni » riassume. Da sola nella vigna e in cantina, produce un vino  « all’antica ».  Intollerante allo zolfo, ne mette solo una dose minima nei suoi vini e prepara delle tisane di piante per curare e proteggere la sua vigna. Soprattutto, osserva la natura riprendere spazio. « Continuo a meravigliarmi davanti ad una nuova varietà di fiori o di insetti.» 

Valérie Godelu
Valérie Godelu

Philippe Roux ha visto rinascere uno scrigno di biodiversità

Al Château Dauzac, solo 45 ettari sui 120 della proprietà sono di vigne. « Il resto era occupato una foresta di salici. Da 15 anni abbiamo messo un frutteto di varietà antiche, degli alveari, un laghetto, dei montoni e dei cavalli per sviluppare un ecosistema, ridare vita e in più è bello ! » spiega Philippe Roux , Direttore Tecnico, felice di lavorare da 25 anni per la tenuta. Per lui, questo scrigno di biodiversità ha anche creato un legame tra i membri dell’equipe. Per quanto riguarda la vigna,  « abbiamo l’impressione che le cose vadano meglio ; siamo riusciti a evitare la grande crisi  di peronospora nel 2018, non abbiamo avuto gelate dal 1991, e per quanto riguarda il vino, non abbiamo bisogno di zuccherare poiché i gradi di zucchero salgono da soli, equilibrandosi meglio ! »

Philippe Roux Chateau Darzac
Philippe Roux Chateau Darzac


 

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